Nel palazzo di via Nenni, dove vivono persone con disabilità, permangono delle criticità, tra muffa e problemi strutturali. Il consigliere del Pd Piero Giampietro si è recato sul posto assieme a Simone Maria Piccirilli. "La manutenzione ordinaria non basta".
Strumentazione carente, presenza di muffa e tettoia da riparare. Sono queste le principali criticità riscontrate nella palazzina di via Pietro Nenni, dove vivono persone con disabilità e in più occasioni sono state evidenziate delle problematiche strutturali che provocano inevitabili disagi per gli inquilini. Lo scorso mese di ottobre l’amministrazione comunale ha provveduto a riparare l’ascensore dopo i danni causati dal nubifragio. Un intervento urgente è stato invece effettuato per la sistemazione della tettoia. Gli inquilini, però, anche per via delle loro esigenze particolari, chiedono una maggiore attenzione da parte delle istituzioni, anche perché «gli interventi tampone», fanno sapere i residenti, «non bastano». A farsi portavoce delle loro richieste è Simone Maria Piccirilli, promotore del Disability pride Abruzzo e del Disability pride Pescara, che insieme con il consigliere comunale del Pd Piero Giampietro ha effettuato un sopralluogo sul posto nella giornata di martedì 19 novembre. Bisognerebbe andare oltre la manutenzione ordinaria, dice il consigliere Dem, «per garantire la salubrità degli ambienti» e, di concerto con il gruppo consiliare, chiede di prevedere dei fondi in bilancio da destinare alla sistemazione definitiva della palazzina in questione.
«Il punto è che le falle politiche e burocratiche della palazzina costringono gli inquilini con disabilità a uno stile di vita non consono rispetto ai loro diritti», sottolinea Piccirilli, che ricorda anche la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, secondo cui la condizione di disabilità è strettamente legata al rapporto fra persona e ambiente. La responsabilità collettiva è dunque fondamentale. «La politica pescarese e regionale deve tenerlo a mente e attuare pratiche e leggi che limitino il divario anche e soprattutto nella quotidianità, non solo sulle carte e nelle parole», aggiunge.