Antonio Di Marco accende i riflettori sulla difficile situazione delle Asp e chiede alla giunta Marsilio un'azione di risanamento.
“Nuovamente con l’acqua alla gola le aziende per i Servizi alla persona delle quattro province abruzzesi, niente rimesse da parte della Regione, un mare di debiti (la cifra accertata ad oggi è pari a 22 milioni di euro) e dipendenti senza stipendi, un circolo vizioso che si ripete ciclicamente con la gestione Marsilio e che affligge anche questi delicati aspetti dell’assistenza sanitaria. Le Asp fanno un lavoro sensibile e a sostegno delle famiglie di pazienti vulnerabili fisicamente e psichicamente, seguiti da un personale qualificato e affidabile al punto da lavorare anche senza stipendi. Ma questo non significa saper gestire la sanità, o peggio, che siano gli altri a considerare ingiustamente inefficiente la governance sanitaria regionale: dalla realtà di questi istituti emerge un vero e proprio disinteresse che sta portando al collasso anche il sistema sanitario territoriale”. Ad affermarlo è il consigliere regionale Antonio Di Marco, dopo la commissione Sanità, tornata a riunirsi martedì 29 ottobre, dove si è discusso della situazione delle Asp abruzzesi.“Ancora una volta, dopo pochi mesi, la scure si abbatterà sul personale, con il rischio di vedere ridotte le cure per questi speciali pazienti", sottolinea Di Marco. "La condizione finanziaria delle Asp abruzzesi è critica da tempo: fatta eccezione per quella aquilana, Teramo, Chieti e Pescara presentano passivi milionari. Sono caduti nel vuoto i ripetuti appelli della politica, ma soprattutto dei sindacati perché la Regione prendesse in carico il problema, che nel frattempo è divenuto via via più grosso e inaffrontato. Se la Regione Abruzzo avesse messo in agenda un piano di risanamento e destinato allo scopo parte delle mance elargite durante gli ultimi Consigli regionali, fra Notti dei serpenti, Festival della birra, Napoli calcio e altre amenità, oggi, forse, ci sarebbero più risorse da destinare al personale, che resta ignorato come lo è quello dei presidi ospedalieri e territoriali su cui chi dovrebbe gestire e far funzionare la sanità, riesce a produrre solo debiti e brutte figure e zero investimenti”, conclude Di Marco.