Venerdì, 11 Luglio 2025 10:56

Frode da 200 milioni per ottenere falsi rimborsi: 45 società "fantasma" coinvolte, c'è anche a Pescara [VIDEO]

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A scoprirla e sventarla la guardia di finanza di Varese. Gli indagati sono 18. Un vero tesoretto pronto a essere incassato secondo gli inquirenti, grazie a società "cartiera" sparse in tutta Italia e presenti anche nel capoluogo adriatico
Una frode fiscale per farsi rimborsi da circa 200milioni di euro individuata e sventata sul nascere dalla guardia di finanza del comando provinciale di Varese che vede ora indagate 18 persone a vario titolo e coinvolte 45 società “cartiera”, ovvero società create proprio per emettere fatture per operazioni inesistenti, individuate in diverse città, compresa Pescara. La frode avrebbe riguardato l’indebita generazione di crediti fiscali con successiva potenziale cessione di quest’ultimi. In particolare, si tratta del credito d’imposta Deferred Tax Asset (Dta), inerente richieste di rimborsi per imposte falsamente dichiarate come versate in anticipo. L’indagine, svolta dalla compagnia di Gallarate e dalla sezione di polizia giudiziaria Aliquota gdf della procura della Repubblica di Busto Arsizio, è stata avviata con l’analisi delle società che avevano indicato tale credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi esponendo importi di ingentissimo valore. Venivano così individuate le 45 società, sparse su tutto il territorio nazionale, con sede nelle province di Modena, Savona, Caserta, Treviso, Brescia, Milano, Napoli, Torino, Pescara e Roma. Società che sarebbero in realtà state totalmente prive di struttura e del tutto inoperanti, ma che avevano presentato la dichiarazione dei redditi al solo fine di ottenere il credito d’imposta per importi milionari, in un caso addirittura per circa 100 milioni di euro in un solo anno. La procura della Repubblica di Busto Arsizio, quindi, ha chiesto e ottenuto dal tribunale il sequestro dei crediti d’imposta fraudolentemente generati. All’esito delle valutazioni effettuate, il giudice per le Indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio infatti, con proprio decreto, ha consentito di procedere al sequestro comunicato al Registro delle imprese delle Camere di Commercio. E’ così sarebbe stato reso impossibile agli autori della frode di poter beneficiare degli indebiti rimborsi per circa 200 milioni di euro.
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